tremendieventi

giovedì 2 settembre 2010

Miracolo (?) a New York


Ieri pomeriggio tornavo a casa dall'ufficio, come al solito in motorino. In questi giorni il tempo è ancora buono e non c'è troppo pericolo di trovarsi in mezzo a una tempesta di pioggia che non ti fa vedere la strada e rende il fondo scivoloso mettendo a repentaglio la tua sicurezza sul mezzo. Mentre camminavo per una Roma che ancora non si è del tutto risvegliata dopo le vacanze estive, mi viene in mente cosa succederebbe se ad un certo punto un qualsiasi automobilista si mettesse a fare il pazzo e a giocare all'autoscontro con noi poveri centauri. Il fatto è che pochi giorni fa in Slovacchia un folle è uscito di casa, ha prima ammazzato sette persone e poi si è suicidato e queste cose un po' ti segnano. Anzi mi è venuto in mente che potrei essere proprio io a dare di matto un bel giorno e, avendo deciso di uccidermi, potrei prendere l'auto e, come in un videogioco, provare ad abbattere quanti più motociclisti possibile. Il fatto è che il tragitto sul motorino dura quasi mezz'ora e, non avendo musica, la testa, oltre che a stare attenta alla strada e al traffico, inevitabilmente viaggia di palo in frasca in milioni di pensieri. Allora mi sono ritrovato a pensare a quello che farei nel caso succitato. Mi assicurerei prima di tutto di tenere ben stretta in mano l'arma con cui compiere poi il mio suicidio, altrimenti non solo non avrei risolto nessuno dei miei problemi che aventualmente mi avrebbero portato al suicidio, ma mi sarei complicato la vita in maniera irreparabile: sono una persona sensibile e il conseguente carcere sarebbe solo una punizione minima per l'enorme scia di morte che l'insano gesto si sarebbe lasciato alle spalle. Per questo pensavo, la prima cosa è assicurarsi di uccidersi il prima possibile e senza errori. In effetti la cosa più stupida è tentare il suicidio e non riuscirci: oltre a creare un enorme ansia in tutti quelli che ti vogliono bene e che temono per quello che potresti combinare nel futuro, la cosa peggiore che ti può succedere è che ti va male e rimani paralizzato o in galera tutta la vita. Poi alla fine il pensiero mi è ritornato alle solite occupazioni quotidiane, anche perchè non sono uno che medita sul suicidio, anzi, è che poi ogni tanto mi piace entrare nell'ottica del "cosa succederebbe se...".Oggi vado sul corriere on-line e leggo "New York: si butta dal 39° piano per suicidarsi: è grave ma vivo". Si tratta di un ragazzo di 22 anni che aveva tentato di farla finita ma non c'è riuscito. Ora ha tutte e due le gambe fratturate e una lesione ai polmoni. Fortunato? Incapace? Ha finalmente un buon motivo per farla finita davvero? Solo quando si sveglierà capirà a quale categoria appartiene e la prossima volta sia che decida di vivere, sia di smetterla definitivamente farà bene a studiare meglio le sue mosse.

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