tremendieventi

martedì 28 giugno 2011

Colombo



All'ingresso principale nessuno sa chi sia o che ci faccia un signore sulla sessantina con al guinzaglio un cane e con un mezzo sigaro in bocca. Indossa uno strano soprabito giallino tutto spiegazzato che forse trenta anni prima poteva somigliare a un impermeabile. Cammina sempre proteso in avanti, anche se non ha nessuna fretta di arrivare a una meta, la testa è piegata su un lato e sembra scorgere qualsiasi cosa in lontananza nonostante abbia solo un occhio ben aperto, mentre l'altro è quasi ormai a riposo. Farfuglia poche parole a una segretaria che sembra scambiarlo per un barbone, lo tratta con accondiscendenza, un po' come si fa coi matti. A lui piace essere trattato così, infatti ricambia la gentilezza della signorina e comincia a parlarle dei tic e delle fobie della moglie, forse individuando degli aspetti comuni tra le due donne,seppur così diverse. La signorina sembra infastidita e ormai esausta di tanta dabbenaggine cerca di allontanare definitivamente dallo studio Perkins & Olufsen  di Hollywood questo tremendo scocciatore. A questo punto il buontempone è costretto a qualificarsi: Tenente Colombo della Polizia di Los Angeles. E' questo che mi ha sempre impressionato di questo strano ed estroso personaggio che nomina sempre una signora Colombo che non si è mai vista. E' di origini italiane e questo lo rende spesso, soprattutto all'inizio delle indagini, oggetto degli sfottò dei vip oggetto delle sue indagini. Si tratta sempre di rappresentanti del jet-set, troppo impegnati per un'inchiesta della polizia guidata da uno sfigato con una cabriolet vecchia di trenta anni. E pure lui riesce a schivare queste inutili difese. Si presenta nel bel mezzo di un party con attori da oscar, o alla prima di una rockstar, o nel camerino di un grande attore di teatro e comincia con una serie di domande apparentemente inutili e prive di senso, dando sempre alla controparte l'impressione che lui stia brancolando nel buio. E' questa la grande arma del tenente:il suo aspetto. La gente lo prende per uno scemo, un po' stravagante, con assurde teorie nella testa. E allora i testimoni più o meno diretti di un delitto cominciano a infastidirsi. Si mostrano estremamente reticenti o troppo tranquilli oppure sentono di essere tanto furbi che per loro è impossibile farsela fare da un semplice poliziotto. Ecco, sta scattando la trappola del tenente: non c'è scampo. Alla fine di ogni indagine però non ci sarà mai il trionfo dell'eroe che è quasi dispiaciuto per come siano andate le cose. Non ci sarà nessuna festa e nessun encomio per il tenente: un caffè con gli amici al bar, e poi un buon motivo per accendere un sigaro o comprare un osso nuovo a Cane. Il tenente se n'è andato da qualche anno e l'uomo che lo interpretava è morto appena poche ore fa. Era un grande attore e da un po' soffriva di una malattia degenerativa che ne aveva offuscato la mente. 


giovedì 16 giugno 2011

Granny

Di lunga durata non c’è nulla al mondo, e anche la gioia, nell'istante che tien dietro al primo, non è già più tanto viva (N. V. Gogol)


A questo punto la misura è colma. Leggo sul sito di un giornale: Berlusconi: "Mi chiedono 2.500 miliardi di lire. Dove trovo i soldi?". Per un attimo ho uno sbandamento. C'è qualcosa che mi suona sinistramente assurda. Ho capito bene: lire? Stai ancora alle lire. La lira ha smesso definitivamente di circolare il 28 febbraio del 2002, più di nove anni fa e tu ancora stai alla lira. E perchè non il tallero o il sesterzo già che sei in vena di anticaglie? Questo scempio è solo l'ultima prova in ordine di tempo che uno tra i più alti rappresentanti della politica italiana vive in un'altra epoca storica. Aveva già provveduto bene in passato a non nascondere il suo gusto un po' retrò. L'anno scorso durante una conferenza stampa a Villa Madama per la visita dell'ex presidente nonchè nonno di Ruby Rubacuori Hosni Mubarak, il nostro Primo Ministro si era riferito al più famoso motore di ricerca apostrofandolo col nome di gogol! Chi? Nikolaj Vasilevic? Oppure quell'altra storiella per cui sempre durante una conferenza stampa ha detto di aver visionato le "cassette con le puntate di Annozero di Michele Santoro".Le cassette? Si si, ma betamax o vhs? Sono almeno dieci anni che in Italia, uno dei paesi più tradizionalisti anche in termini tecnologici, nessuno vede, affitta o compra una videocassetta. Ma dove vivi? Ma come vuoi essere il presidente del Consiglio di un paese dei G7 se non sai nemmeno fare i conti usando la moneta che ha corso legale nel tuo Paese. Come puoi comprendere l'importanza che i social network hanno avuto nelle rivolte del nord Africa prima e dell'estremo oriente adesso? Di quali strumenti interpretativi puoi servirti per comprendere la mobilitazione dei movimenti nella rete che ha portato una ventata d'aria nuova a destra e a sinistra dello schieramento politico, prima con le elezioni amministrative a Napoli e a Milano e poi con la strepitosa vittoria del quorum al referendum? A 75 anni e con qualche acciacco di salute e diversi processi, non sarebbe opportuno lasciare la politica e passare le giornate ad ascoltare un disco a 78 giri o andare al cinematografo sorseggiando un tamarindo e ricordando i bei tempi andati?


mercoledì 15 giugno 2011

Ladrona



I politici nati o eletti nella città in cui vivo o in suolo limitrofo sono in fibrillazioni per le ultime proposte della Lega: il pagamento del pedaggio sul grande raccordo anulare (GRA) e lo spostamento della sede di alcuni ministeri in altre aree del paese e in particolare al Nord. Una premessa: sono d'accordo con entrambe le proposte e dopo spiegherò il perchè. Rimaniamo ai fatti: la compagine di governo ha perso due sonore sconfitte alle amministrative prima e sui referendum poi. Il fatto più strano è che accanto alla prevedibile contrazione dei consensi per il Pdl, la Lega si è vista ridimensionata e non poco, in pochi mesi ha dilapidato quasi metà del consenso accumulato in tutti questi anni tra opposizione e governo. In più alla fine di questa settimana si tiene la grande festa di Pontida dove il popolo leghista si ritrova a fare il punto della situazione e già oggi c'è chi teme contestazioni e si dubita persino della segreteria di Bossi. Appare evidente che la lega, agli occhi dei suoi elettori, si stia infighettendo e, a furia di rincorrere Berlusconi per un pezzo di federalismo fiscale in più, rischia di andare a fondo insieme al governo e al primo ministro. Serve una scossa, serve dimostrare al popolo che non si è lì ad accumulare incarichi e stipendi ma che la lotta al potere centralista di Roma è più viva che mai. Il fatto è che non ci credono nemmeno più i politici e quindi cercano provocazioni per aizzare l'istinto anti-capitale dei leghisti duri e puri. Le scaramucce erano iniziate un po' di tempo fa con la contrapposizione Roma-Venezia per il festival del cinema o il paventato scippo del gran premio d'Italia di formula uno dalla città di Monza per trasferirlo nell'Urbe. La goccia che fece traboccare il vaso fu poi la riproposizione del vecchio slogan "SPQR sono porci questi romani" per scatenare un mezzo putiferio con rischi di tenuta dell'alleanza di governo. Allora la crisi si risolse con l'organizzazione di un mega banchetto in piazza Montecitorio a base di pajata e abbacchio a scottadito. Di quel giorno, oltre ai gargarozzi ben gonfi e ai visi paonazzi dei partecipanti, rimarranno negli annali dei cafonal politici delle scene indimenticabili tipo Renata Poverini che imbocca Umberto Bossi che a momenti le incolla un bacio. Oggi no, niente patto della pajata. Dopo una sonora sconfitta e con un Governo che ha i mesi contati è inutile lavare i panni sporchi in famiglia, meglio fare una dichiarazione al vetriolo che non ha nessun effetto pratico ma che scalda i cuori dei pasdaran. E pure le due proposte nel merito sembrano condivisibili. Far pagare un tratto di autostrada tra i più trafficati d'Italia potrebbe in primo luogo costituire un buon prelievo fiscale che non pesa su nessuno e che potrebbe essere reinvestito per migliorare la viabilità in città e incentivare il trasporto pubblico. In più si potrebbe pensare ad una sorta di abbonamento tipo telepass per chi sperimenta forme di car-sharing e, infine ma non meno importante, servirebbe in ogni caso da disincentivo all'utilizzo dei mezzi privati. Lo stesso dicasi per i centri direzionali pubblici, più che per le sedi dei ministeri. Basterebbe spostare gran parte dell'amministrazione pubblica centrale nelle sedi delle regioni. Ciò permetterebbe da un lato una maggiore presenza politica ed operativa sul territorio e dall'altro una decongestione della capitale, oggi invasa da auto blu ed eserciti di funzionari pubblici. Naturalmente i politici laziali si sono subiti indignati in modo assolutamente bipartizan. Sostengono che provvedimenti di questo tipo sfavorirebbero in maniera enorme gli abitanti della città e tutti coloro che direttamente o indirettamente partecipano al banchetto della gallina dalle uova d'oro della pubblica amministrazione. Dimenticano che in città vive circa il 5% della popolazione italiana: sono in netta minoranza. Speriamo perdano.  


martedì 14 giugno 2011

AeroSol



Stavolta ce l'ho fatta a non fare previsioni, forse anche per questo è andata come speravo e come (oggi posso finalmente dirlo) avevo previsto. Doppio filotto. Prima due fantastici folli vincono le elezioni per il sindaco a Napoli e a Milano, poi un'altra congrega di straccioni senza un soldo, senza un endorsement di un partito o di un grande giornale, senza essere praticamente citati dal servizio pubblico radiotelevisivo che più di una volta anzi ha sbagliato persino la data del voto, sono riusciti a portare alle urne il 57% degli italiani, permettendo in questo modo il raggiungimento del quorum come non avveniva ormai dagli anni Novanta del secolo scorso. Oggi si respira un po' meglio. Una pletora di vecchietti abbarbicati all'ultimo brandello, cencio del potere fa finta di non capire che una stagione è davvero finita. I vostri giornali, gli appelli del Primo Ministro e di Bossi ad andare al mare, persino la tristezza dei commenti al voto sono la prova che non rappresentate più il popolo del quale vi riempite tanto la bocca. Il tutto arriva alla fine di una settimana in cui la misura è sembrata davvero colma e non solo contro il governo ma contro i politici in genere. Giovedì sera, tanto per citare l'esempio più eclatante, Michele Santoro, ormai dimissionario dall'azienda televisiva di Stato, in una splendida e incontenibile foga oratoria manda letteralmente a quel paese Catelli e con lui tutta la classe politica senza distinzione alcuna. La richiesta ormai improcrastinabile è l'uscita immediata dalla governance della rai, la cessazione immediata della sistematica occupazione degli organi di informazione pubblici. Vedere quella scena in televisione è stato bello e spero solo sia l'antipasto di qualcosa di nuovo che comunque ci aspetta. Spero solo di non sbagliarmi di nuovo.    


martedì 7 giugno 2011

Strike



Oggi a Roma c'è lo sciopero dei Taxi. Si ripete quanto già accaduto un paio di anni fa sotto un'altra giunta. E pensare che il povero Alemanno era stato eletto col contributo determinante della maggiore cooperativa di radio taxi di Roma proprio cavalcando la protesta di questa categoria. In breve le richieste: un aumento delle tariffe, mentre l'altra volta si protestava per evitare la liberalizzazione del settore. Da questi piccoli dettagli si capisce di fronte a quale situazione ci troviamo. In una città che ha ormai perso da trent'anni anche la speranza di ordinare il traffico in maniera più decente, le auto bianche costituiscono un unicum di inefficienza e carenza del servizio associata a delle tariffe che sono tra le più alte d'Europa, paragonabili a quelle di Londra, ma il paragone si ferma qui. Per ciò che riguarda la velocità degli spostamenti e la cortesia nel servizio purtroppo nessun confronto è possibile. Peraltro si tratta di una categoria che non brilla per correttezza e non è proprio un fiore all'occhiello della città: non è raro leggere di turisti giapponesi che hanno speso anche 200€ per il tragitto dall'Aeroporto al centro della città (tariffa standard obbligatoria 35€), oppure le frequenti risse tra tassisti e autisti di società di autonoleggio con conducente, oppure il caso di pregiudicati sorpresi alla guida in stato di ubriachezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Quindi la protesta di oggi, come quella di ieri, ha una sola piattaforma: più inefficienza, dato che i taxi devono essere sempre pochi e mai in concorrenza tra loro, e prezzi maggiori: il massimo per qualsiasi monopolista. E la cosa più bella è che il sindaco, ormai in emorragia di consensi e con una popolarità che ormai ha cifre da prefisso internazionale, alla fine cederà. La sua cultura politica corporativa, la speranza di provare a tenere i voti preziosi di una casta potentissima, il timore che la città si trasformi in un inferno di traffico (come se gli altri giorni poi si sentissero cantare gli uccellini sugli alberi...) giocheranno un ruolo fondamentale e alla fine non ci sarà nessuna emissione di nuove licenze e piano piano si aumenteranno le tariffe. Purtroppo anche in questo caso non si penserà alla gran parte dei cittadini che spesso sono costretti a usufruire del servizio anche alla luce delle enormi carenze della rete di trasporto pubblico cittadino, ma a un'esigua corporazione che continua da troppo tempo a ricattare tutte le amministrazioni capitoline.