tremendieventi

mercoledì 27 aprile 2011

Mestiere di merda



Il mio papà è alto quasi quanto i mobili dove mia madre conserva i bicchieri buoni. E' così alto che la mamma chiede sempre a lui di prendere le valigie quando dobbiamo andare in vacanza dal nonno. Ha i capelli neri anche se ormai gli stanno diventando bianchi. In verità quando mi siedo sulle sue ginocchia gli dico che sembra un vecchietto coi capelli bianchi e lui fa finta di arrabbiarsi e mi rincorre per tutta la casa perchè dice che è ancora giovane. Porta un paio di occhiali da sole che lo fanno assomigliare ad un attore di una fiction che io a mia mamma vediamo la sera quando papà non c'è. Papà fa il carabiniere e spesso di sera non è con noi in casa. Allora io accendo la tv e metto i telefilm dove ci sono i carabinieri anche se la mamma mi dice che non ce la fa a vederle perchè si spaventa. Mia mamma si spaventa pure quando sente brutte notizie al telegiornale, specialmente se riguardano i carabinieri. Io non mi spavento mai perchè so che non gli può succedere niente, anche se certe sere sento che la mamma non va a letto se non torna pure papà. Con lui mi diverto molto e mi piace quando il sabato usciamo e andiamo a mangiare la pizza in un ristorante vicino al lungomare. Dopo cena facciamo una bella passeggiata, papà mi compra il gelato e alle volte mi dà i soldi per andare sulle giostre. Lui e la mamma credono che io non li vedo, ma io lo so che quando mi allontano si abbracciano e si baciano pure. Adesso il mio papà non c'è. Mi ha detto mamma che è fuori per lavoro, anche se a me sembra un po' strano perchè sono due giorni che non lo sento al telefono e questa cosa non succede mai. Un'altra cosa strana è che ieri sera le mie zie sono tutte venute a casa mia e mi hanno portato a stare a casa di zia Franca, la sorella di mia mamma. Mentre andavo via ho visto mamma che piangeva e la zia le diceva di stare tranquilla perchè sarebbe andato tutto bene. Mi dispiaceva vedere la mamma coi capelli arruffati e con gli occhi gonfi e non volevo lasciarla ma mia zia mi ha tirato e mi ha portato via con lei. Quando torna papà gli devo dire che non ci voglio stare più con la zia Franca perchè pensa sempre al gatto e non mi aiuta mai a fare i compiti. Speriamo che torni presto e che mi porti un bel regalo.


martedì 26 aprile 2011

Cumpleaños feliz



E' passato più di un anno da quando ha preso vita questo blog e allora ho pensato di festeggiarlo come amo: in silenzio, senza nessuna celebrazione ma soprattutto da solo. E' un po' quello che mi succede anche con il mio anniversario e quindi meglio mantenere le sane vecchie abitudini. Non ci sarà naturalmente nessun bilancio, altrimenti poi ci tocca convocare l'assemblea dei soci e spendere una barca di soldi per ingaggiare una società di certificazione che, a mie spese, dice che quello che ho scritto nel bilancio con l'aiuto delle magie dei revisori stessi è veritiero e corrisponde alla realtà. I controllori pagati dal controllato controllano ciò che i controllori hanno scritto per compiacere il controllato che pagherà lautamente i controllori. La realtà la lascio ai revisori contabili, non è roba per me, non mi interessa di scoprire la realtà ma solo di utilizzare i migliori filtri ottici per assaporarne in pieno il gusto intrinseco. Non mi interessa nemmeno la pesa dei ricordi, tanto alla fine ci si ricorda quasi sempre ciò che si vuole in una sorta di eugenetica della memoria. Men che meno sono affascinato dall'autocelebrazione che, insieme al riferirsi a se stessi parlando in terza persona, è la cosa più stupida che un essere pensante possa fare. Meglio non festeggiare, meglio evitare di pensare troppo a se stessi, meglio evitare il rischio di scoprirsi un giorno vittima e carnefice della propria noia. 

giovedì 7 aprile 2011

L'elefantino2




E' difficile persino dargli una definizione univoca. Nasce figlio di un burocrate del vecchio PCI e subito si segnala per la presenza massiccia e una certa leadership nel movimento studentesco del sessantotto e successive versioni, fino alla battaglia di Valle Aurelia dove più di un testimone lo immortala in foto già con capello rubizzo e barba folta al vento. In seguito segue le orme paterne ed entra anche lui nel PCI fino alla metà degli anni Ottanta quando viene fulminato sulla via di Milano da Bettino Craxi. Accompagnerà il leader socialista fino all'esilio di Hammamet e sarà sempre un acceso avversario del pool di mani pulite. Poi dopo la fine della Prima Repubblica si butta a capo fitto tra le braccia del vero erede di Craxi e contribuisce alla nascita e al battesimo politico di Forza Italia dove diviene l'ideologo della rivoluzione liberale e liberista e conduce più di una trasmissione sulle reti Mediaset. In questa sua ascesa diventa persino Ministro per i rapporti col Parlamento durante il primo mandato di Berlusconi, fino a che diventa direttore de Il Foglio di proprietà della moglie di Berlusconi. Torna in TV con Otto e mezzo su La7 e, dopo aver tentato invano di costituire anche in Italia cellula neo-con sulla scia degli obbrobri ideologici che hanno portato gli Stati Uniti di Bush a diventare in brevissimo tempo il paese più odiato del mondo, all'improvviso rimane vittima di un'altra folgorazione: il Vaticano e i temi eticamente sensibili. In quest'ascesa al misticismo fonda una lista cosiddetta "per la vita" con la quale si presenta alle elezioni politiche del 2008 raccogliendo un numero di preferenze inferiore ai Kg che le sue gambe sono costrette a sostenere tutti i giorni. Dopo questa sonora batosta si rinchiude un po' in se e smette di essere centrale sia nella politica attiva sia nel giornalismo. Continua a dirigere un quotidiano da poche centinaia di copie al giorno e non manca di far sentire a volte la sua voce dissenziente rispetto alle politiche del marito della sua editrice. Negli ultimi mesi il grande capo comincia ad ascoltarlo di nuovo e giù articoli, editoriali, note, conferenze stampa, fino all'approdo alla televisione nello spazio immediatamente successivo al TG1, quello di Biagi e dell'editto bulgaro per intenderci. Come si vede non è proprio facile stabilire con una definizione il soggetto, nè sapere cosa gli passa per la testa. I suoi ammiratori lo considerano il più fine commentatore di politica di destra (è il migliore tra i giornalisti di destra perchè non è assolutamente di destra), i suoi detrattori lo considerano una vera e propria prostituta: dal PCI alla Chiesa passando per i socialisti e Forza Italia, tutto sempre e solo per potere e per grana. Sono ormai arcinote le "donazioni" a nove zeri ricevute dal cav. Tanzi ai tempi della Parmalat vitello coi piedi di balsa attraverso i quali il direttore finanziava i giornali e ingannava  i futuri risparmiatori truffati. Molti pensano che anche oggi il suo unico fine sia magnificare il Primo Ministro, basti ascoltare le omelie con le quali ogni sera si rivolge agli ascoltatori. E pensare che ai tempi de La7 si era accreditato come il miglior commentatore politico e aveva messo su, insieme a Gad Lerner prima e poi Luca Sofri, Barbara Palombelli e Ritanna Armeni, una trasmissione godibilissima che, anche ai miei occhi ma non solo, lo aveva riabilitato parecchio presso il grande pubblico. Oggi è ritornato ad essere un ciambellano di corte, fino alla prossima conversione.


mercoledì 6 aprile 2011

L'elefantino1



I calciatori hanno una cosa in comune con i giornalisti televisivi: si dividono in due categorie. Da un lato ci sono coloro che riescono a sobbarcarsi sulle loro spalle tutto il lavoro da portare a termine, magari si lamentano pure un po', ma alla fine si vede che riescono a giocare meglio da soli che a interagire con gli altri. Poi ci sono invece quelli che fanno girare tutta la squadra o la redazione attorno ad essi. Sono degli ottimi pivot in tutti i sensi e la loro forza sta proprio nel riuscire a cavare il meglio dal talento e dalla professionalità delle persone che li circondano. Una sola premessa: una categoria non è assolutamente superiore all'altra, nonostante tutte le menate che si sentono in giro circa la bontà del team working e altre fesserie del genere. I solisti nel calcio in genere sono dei fuoriclasse che possono sobbarcarsi tutto il peso della loro squadra. Non è raro però anche imbattersi in veri e propri brocchi che, non rendendosi conto delle loro limitate capacità, si isolano e creano enormi problemi all'equilibrio della squadra (Zarate?). Anche nel caso dei grandi manovratori intono ai quali gira tutta la squadra ci si può imbattere in autentici fuoriclasse alla Beckembauer o alla Ancelotti e il loro talento sta proprio nel sacrificare l'ambizione personale per far emergere al meglio la squadra. Nel giornalismo, sembra un'assurdità ma per me è proprio così, succede assolutamente la stessa cosa. Santoro o Mentana sono degli ottimi anchorman che danno il meglio di sè in gruppo. Sono in grado di circondarsi di grandi professionalità e di farne emergere le qualità in pieno, basti pensare a tutti i giornalisti che si sono formati alla loro scuola e che hanno avuto poi successo in diversi altri ambiti. La loro grande capacità è poi quella di riuscire a coordinare al meglio un dibattito, facendo emergere la tesi che essi hanno in mente. Nonostante anche questa possa sembrare un'assurdità va detto che un dibattito, come qualsiasi altro consesso, ha un tema e uno svolgimento e la sua narrazione è totale appannaggio del coordinatore che, di fatto, già ne influenza l'andamento attraverso le persone che invita o che rifiuta o il tema che sceglie di trattare. Anche dal lato dei solisti avviene la stessa cosa. Ci sono dei giornalisti che rendono proprio perchè riescono ad avere in mente la sceneggiatura e lo svolgimento dell'intero prodotto. Penso ai giornalisti d'inchiesta alla Formigli della RAI o Gatti dell'Espresso oppure agli inviati di guerra come Lucia Goracci del TG3. In questo caso si tratta di professionisti che il più delle volte sono quasi dei corpi estranei  all'interno delle redazioni: fanno come gli pare, spesso si muovono in maniera isolata e non si fanno vedere per mesi nemmeno dai direttori, poi, all'improvviso, vanno in copertina con l'ultimo scoop. Questo tipo di giornalisti si muove da free lance, non sono minimamente interessati alla linea editoriale della testata e all'avvicendamento dei direttori responsabili: chiedono solo di avere la possibilità di fare in pace e senza troppi affanni il proprio lavoro, tanto alla fine il prodotto che confezionano è unico e nessun direttore vuole farselo scappare. Un tratto in comune le due categorie di giornalisti e di calciatori ce l'hanno: non chiedetegli di comportarsi contro la loro natura. Non chiedete mai a Ibrahimovic di giocare per la squadra o alla Gabanelli di fare un dibattito televisivo. Nonostante la loro grandezza e il loro essere dei fuoriclasse fallirebbero.
Nota metodologica: ogni riferimento all'elefantino (oggetto del prossimo post) è assolutamente voluto, anzi è l'occasione dalla quale sono partito per questo ennesimo inutile ragionamento.