tremendieventi

giovedì 30 settembre 2010

EtiloRetrò



When I was just a little girl
I asked my mother, what will I be
Will I be pretty, will I be rich
Here's what she said to me

Sono da poco passate le undici e la gente sta cominciando ad andare via. Non ci aspettavamo di essere accolti come delle star, ma nemmeno che la gente italiana fosse tanto sonnacchiosa. Ma me l'avevano detto che qui difficilmente si tira fino a tardi e poi siamo solo a mercoledì, quindi tra un po' si finisce. Sono dieci giorni che siamo in Italia e stasera mi è presa un po' di malinconia. Sarà che il repertorio è sempre lo stesso, che la gente sembra non divertirsi affatto, che il week-end è ancora lontano, che stasera proprio non va. Mi sono tornati in mente i primi tempi in cui, coi calzoni corti, andavo in giro per le feste di paese col maestro Lucas. Si cominciava a giugno appena la scuola era finita e si proseguiva fino alla metà di settembre. Erding, Freising, Neuburg, Eichstätt, Kelheim, Vilsbiburg, ovunque si arrivava c'era gente a fare festa. Allora mi sembrava il più bel lavoro del mondo. I vecchietti ti davano pochi spiccioli, le cameriere ti stringevano ai loro petti turgidi e si poteva tirare tardi ogni sera senza che mamma e papà mi dicessero niente. Il fatto è che poi col passare del tempo non sono mai riuscito a trovare niente di meglio e allora mi tocca ancora oggi mettermi questi ridicoli pantaloni di velluto corti finto-tirolesi e suonare per ore la tromba davanti a orde di ubriaconi che della musica non capiscono niente, come me del resto. E come se non bastasse da qualche anno Hans, il capobanda, si è inventato il siparietto con me che mi scolo un intero boccale di birra da un litro d'un sol fiato. Eppure Roma me l'ero immaginata diversa. Il Colosseo, i cavalli in giro per i Fori Imperiali, San Pietro, le locande di Trastevere, le catacombe. Qui non c'è traccia della Roma di cui mi parlava mio nonno che è stato qui durante la seconda guerra mondiale. L'immagine che mi porterò della città è questo squallido tendone bianco, pieno di tavoloni di legno con un'orchestra finto-bavarese che suona, male, valzer della mia terra e orribili hit inglesi.

Que sera sera
Whatever will be will be
The future's not ours to see
Que sera sera.  



Nessun commento: