tremendieventi

giovedì 16 settembre 2010

Ora alzatevi spose bambine


Bisogna preparare tutto in fretta. Purtroppo non c'è tempo da perdere e non riesco a credere che tra poco non rivedrò più tutti i miei amichetti della scuola. Ormai è il terzo anno che passo con loro. Con alcuni siamo diventati buoni amici. Ricordo i primi tempi, quando mi portavano a casa di nascosto dai loro genitori. Mi pregavano di mettere i calzoncini che mettono loro, mi presentavano con un altro nome, giustificavano la mia pelle un po' più scura col fatto che avevamo fatto una corsa ed eravamo sudati. Spesso anche loro si imbrattavano il viso per sembrare più simili a me. Non era facile da spiegare alle loro mamme e ai loro papà che c'era un bambino Rom, che non rubava, non si ubriacava e andava a scuola con loro. Ma adeso è tutto precipitato. Mi ero appena comprato la zaino nuovo, i quaderni belli lucenti di spiderman. Mi ero preso un sacco di urla da mia madre che mi rimproverava di affezionarmi troppo alla scuola e ai miei amichetti, che prima o poi mi avrebbero rinnegato e mi avrebbero preso in giro per il mio essere nomade. Ma tra noi non si fa così, non ci siamo mai fatti problemi e all'ora della merenda ci siamo divisi le loro merendine e le mie enormi fette di pane coi peperoni sott'olio. I grandi fanno sempre un sacco di storie, ma tra noi ci capiamo anche senza parlare. Adesso mi tocca preparare la mia valigia in fretta e furia. Sono due giorni che mio padre non si vede, sta cercando una macchina più grande per caricarci tutta la roba accumulata in questi quattro anni. Ho visto le mie nonne partire ieri, con le lacrime agli occhi, forse vanno in Serbia, oppure in Romania. I miei zii vivono in Italia, ma anche loro non se la passano proprio bene. Sono già stati cacciati via da Roma e da Bologna. Adesso abitano appena fuori Padova, pronti a fuggire in Slovenia o dovunque non ci siano cani o poliziotti a fargli sentire il fiato dietro al collo. Loro dicono così ma secondo me lo fanno solo per spaventarmi. Non ho avuto il tempo di salutare Gèrard e Mathieu, e nemmeno Isabelle. Ecco, non vedere più lei mi dispiace davvero. Si avvicinava a me ogni volta che mi vedeva pensieroso, mi accarezzava i capelli e mi portava a raccogliere i fiori nel cortile della scuola. Io sentivo i miei compagni che mi prendevano in giro e mi dicevano che sto piano piano diventando una femminuccia,ma a me non me ne importa niente. Adoro i capelli di Isabelle mentre si muove tra le aiuole, mentre il sole passa in mezzo a quei fili sottili d'oro. Mi piace toccare i suoi capelli quando  lei, appena fuori dalla scuola, si toglie i fermagli che la mamma le mette ogni mattina per venire a scuola. Tra poche ore si parte, di notte, mentre i capelli di Isabelle sono al buio. Spero un giorno di finire la scuola, trovare un lavoro e fare un bel matrimonio con Isabelle, pieno di fiori, con un sacco di cose da mangiare e l'ochestra di mio zio e i suoi amici con i violini che suonano tutta la notte. Una notte più bella di questa.  


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