tremendieventi

martedì 31 agosto 2010

Tripoli bel suol d'amore




Tripoli, bel suol d'amore,
ti giunga dolce questa mia canzon,
sventoli il Tricolore
sulle tue torri al rombo del cannon!
Naviga, o corazzata:
benigno è il vento e dolce è la stagion.
Tripoli, terra incantata,
sarà italiana al rombo del cannon.


Sono due giorni che mi chiedo se devo scrivere qualcosa sull'ultima visita di Gheddafi a Roma oppure farne a meno. Il fatto è che la politica mediorientale è in grande fermento e i rapporti bilaterali del mio paese sono di difficilmente intellegibili, ma in questi giorni in Italia non si parla d'altro. Perchè la visita del raìs libico stimola  tante sensibilità e strati sociali più o meno influenti della società italiana. 1) C'è sicuramente la componente economica, che coinvolge grandi gruppi bancari, petroliferi, ma anche costruttori e fornitori di commesse pubbliche in generale. 2) C'è il nostro Presidente del Consiglio che condivide col leader libico l'autoreferenzialità oratoria, la passione per le adunate di belle e giovani fanciulle in camicetta bianca e gonna nera, il gusto per i bagni di folla e le sparate populiste tipo l'acquisto di una bancarella intera di anelli per la modica cifra di 300€. 3) Ci sono i vecchietti dei bei tempi andati di quando Gheddafi era un terrorista odiato da Reagan che lo definiva "il cane di Tripoli" e che ne uccise qualche erede durante un raid aereo, ma pure i politici al potere durante il sequestro dell'Achille Lauro oppure nei giorni dei missili a Lampedusa, loro non possono fare a meno di rilasciare una dichiarazione, in fondo il raìs li riporta ai bei tempi in cui almeno contavano qualcosa. 4) Ci sono anche quelli che giustamente si indignano e protestano da un po' di tempo perchè l'accordo Italia-Libia di cui si festeggia il secondo anniversario oggi, in due anni ha sì fatto diminuire gli sbarchi da quel paese, ma a costo di 5 miliardi di € in 20 anni e lasciando mano libera al Governo libico sui migranti che, rimpatriati dalle nostre acque, vengono stipati in veri e propri lager nel deserto e, anche qualora ne avessero pieno diritto, non possono richiedere asilo politico nè all'Italia nè alla Libia, in quanto il Paese africano non ha ratificato gli accordi internazionali in materia. 5) Ci sono quelli che si chiedono se e cosa c'entri questa visita in Italia con l'ormai imminente partnership commerciale tra Berlusconi e Gheddafi per la creazione di un network televisivo in Africa, chiedendosi al contempo se anche stavolta gli interessi privati del Premier sono più importanti della politica estera italiana. Non so come giudicare tutto ciò, ma anche in questo caso, nel bel mezzo di una crisi politica e di governo, nel momento in cui continuano a chiudere molte fabbriche, l'industria metalmeccanica sta attraversando una fase di grande tensione sociale, molti negozi stanno abbassando definitivamente le saracinesche dopo il flop dei saldi estivi, attendiamo da 4 mesi il Ministro delle attività produttive, in Francia deportano i Rom come negli anni più bui del Ventesimo secolo, in Iran stanno per lapidare una donna accusata di adulterio, negli USA il crollo del mercato immobiliare sta rallentando di molto la ripresa facendo riemergere i fantasmi di una nuova crisi economica, anche in questo caso dicevo tutte queste chiacchiere intorno al dittatore di Tripoli mi sanno di armi di distrazione di massa, un po' come avveniva con le riviste durante il ventennio.


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