Ho sempre avuto l'impressione che il potere controllasse i gusti, le prefenze, le opinioni e quindi il voto dei cittadini attraverso la cronaca. Sarà che nel mio Paese c'è un Presidente del Consiglio che è anche editore, sarà che negli ultimi anni i programmi che si occupano di questa materia in TV fanno sempre più schifo, insomma non so come spiegarmelo. Tuttavia ho l'impressione che ci sia qualcosa di ancora più oscuro nel modo orribile che hanno i media di trattare questo argomento. Negli anni scorsi ci siamo trovati di fronte ad un'arma ben puntata contro il governo in carica. Vi era una quantità mostruosa di articoli di stampa, servizi di telegiornale, approfondimenti del cosiddetto infotainment pomeridiano che scandagliavano palnmo a palmo la provincia segreta, le lande sperdute di certi villaggi del Veneto, le valli pedemontane lombarde e le langhe piemontesi (al Sud no, quella è terra di mafie, meglio lasciare l'iniziativa a Santoro e alla Gabanelli) alla ricerca di albanesi e romeni o altri uomini dell'Est che sequestrano intere famiglie nelle loro ville alla ricerca spasmodica di casseforti gravide. In questo caso primo caso è evidente il ragionamento sottinteso: il Governo non fa abbastanza contro la microcriminalità che è quella più socialmente pericolosa, oppure l'orribile equazione immigrato uguale delinquente che soto sotto tende a giustificare le orribili politiche di (anti) immigrazione adottate nel mio Paese negli ultimi dieci anni. Oppure sempre negli stessi media ci raccontano le eterne ricerche di ragazzine più o meno grandicelle e carine che spariscono o vengono ammazzate o sono oggetto di efferate violenze. Qui è altrettanto evidente la distrazione dell'attenzione dai problemi più stringenti e ai quali spesso tanti governi non riescono a dare una risposta concreta. Purtroppo però l'inevitabile corollario di questa seconda tipologia di cronaca è il coiinvolgimento più o meno consapevole delle famiglie e delle intere comunità da cui provengono gli scomparsi, o dai quali gli stessi hanno deciso di fuggire. Il più delle volte questi paesi si trasformano in veri e propri set che, da settembre a giugno (guai a sparire nei mesi estivi, nessuno verrà a portare nei vostri cortili il cameraman e la giornalista con foulard di seta intonato al fermaglio per i capelli) sparano nelle nostre case lacrime più o meno artificiali, meschinità mal celate e sociologia da tre soldi da parte dei soliti commentatori delle disgrazie altrui. Ecco, settembre è iniziato da poco e c'è da fare il palinsesto. Se volete sparire affrettatevi, ci sono decine di telecamere pronte a far sapere a tutto il paese i vostri disagi e le vostre paure. Naturalmente dopo uno sputtanamento del genere le probabilità che voi torniate si riducono ai decimali, ma chissenefrega. Vuoi mettere l'affetto di un parente con la soddisfazione di stare sulla bocca di quasi tutte le casalingue italiane?
tremendieventi
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