tremendieventi

martedì 16 novembre 2010

Roditori



E' prerogativa dei grandi riuscire a gioire dei successi altrui. Quasi per contrappasso, invece, sono i mediocri a rimanerci male, a cercare il pelo nell'uovo, a dire, beh, in fondo cosa c'è di tanto straordinario? Se solo avessi voluto ce l'avrei fatta anch'io! Succede a scuola come nella pallastrada, agli esami della patente e con le ragazze, nel buttarsi col paracadute come nel vincere un concorso in Banca d'Italia o riuscire ad avere un posto di lavoro particolarmente ambìto. Nella città in cui vivo hanno un termine preciso per i tipi che considerano le vittorie altrui come proprie sconfitte: i rosiconi. Lasciando da parte i tifosi delle squadre di calcio che in quanto tali soffrono di turbe psichiche, l'immagine che ci restituisce questo termine è quella di un pover'uomo che nel silenzio della sua solitudine rimugina all'infinito su ciò che poteva essere e non è stato. Egli si apparta perchè in pubblico non può esternare tutto il proprio risentimento: verrebbe subito additato come un roditore e il nostro eroe invece ci tiene a rimanere al di sopra di ogni sospetto. Il rosicone è colui che in fondo è accecato dalla propria personalità ed ha una fede smisurata nelle proprie capacità. Per questo non riesce a vedere gli altri e pensa che dietro i loro successi si nasconda sempre una truffa, una raccomandazione, una botta di fortuna o più semplicemente la totale ignoranza del pubblico che non riesce a capire la mediocrità dei soggetti e per questo ne fa degli eroi. Il bello è che la categoria dei rosiconi prescinde dalle effettive capacità dei soggetti che ne sono colpiti e può assumere le sembianze di ognuno di noi ed avere come antagonista chiunque: dal compagno di banco al grande attore, dal calciatore che fa vincere da solo il campionato del mondo alla propria nazionale allo scrittore che in una sera di Novembre tiene inchiodati davanti alla televisione 9 milioni di telespettatori su Raitre. Il rosicone sta lì, col ditino puntato in alto con l'aria di chi pensa che in fondo lui non è riuscito ad andare in TV e ad avere il grande successo perchè il pubblico, troppo mediocre, non è ancora pronto per il suo registro narrativo. Forse pronto davvero non lo sarà mai, magari scopre che il rosicone è pure incapace.


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