tremendieventi

lunedì 22 novembre 2010

Gli incubi e il sogno*



Mettiamo da parte e conserviamo questo numero de l'Unità. Ci sarà utile nella vecchiaia quando racconteremo ai nipoti questi giorni di follia e loro ci guarderanno con gli occhi a palla come noi da piccoli guardavamo i nonni quando ci raccontavano le storie delle streghe e dei fantasmi. Il trascorrere del tempo semplifica i fatti, li ischeletrisce, e dunque racconteremo la favola nera di un miliardario sessualmente incontinente che venne quasi annientato dalla passione per una ladruncola marocchina e misteriosamente trovò sostegno in un partito politico che aveva fatto fortuna proprio chiedendo l'arresto dei ladri e l'espulsione dei marocchini. Ed ebbe anche la solidarietà di un suo vecchio amico fedele, l'aveva nominato senatore, che aveva collaborato con un'organizzazione criminale potentissima, Cosa Nostra, con la quale lo stesso miliardario aveva avuto rapporti all'inizio della sua carriera. Poi aggiungeremo che la nipote di Benito Mussolini, sì quel dittatore caduto rovinosamente un secolo fa, litigò con un leader politico che un tempo era stato un acceso fan del nonno ed alleato del miliardario, e sfogò la sua ira contro una ex soubrette che, per volere del miliardario, era diventata ministro. E che la situazione divenne alquanto confusa quando l'ex soubrette annunciò che si sarebbe dimessa dal governo perché la nipote di Mussolini l'aveva sorpresa a chiacchierare con un altro ex fan del nonno che si chiamava Italo Bocchino. Ecco, a quel punto i nipotini smetteranno di ascoltarci, chiameranno il medico, e sarà allora che il numero de l'Unità ci sarà utile. «È tutto vero! È tutto vero!» potremo gridare sventolando questa copia ormai ingiallita. Poi, come accade ai vecchi quando i ricordi sono troppo dolorosi, scoppieremo in lacrime. E lasceremo cadere il giornale per terra.A quel punto il più curioso e perspicace tra i nostri nipotini lo raccoglierà, comincerà a sfogliarlo e tirerà un sospiro di sollievo: tutto vero, nonno non è uscito di testa. Ma poveretto, che schifo di giovinezza... O forse no? Il nipotino continua a sfogliare sempre più incuriosito. Il nonno è ancora vivo, e dunque quel paese di matti è tornato alla normalità entro l'arco della durata della vita umana. Forse nemmeno allora era tutto da buttare. Toh, c'era un partito che sosteneva delle cose sensate, le propagandava parlando con la gente ed eleggeva i suoi dirigenti con elezioni aperte a tutti. Ed esistevano gruppi, associazioni, individui che non si arrendevano e protestavano contro quel governo che toglieva ai poveri, agli handicappati le risorse per sopravvivere. E c'erano decine di migliaia di persone capaci di mobilitarsi in poche ore per difendere la democrazia. O l'onore di uno scrittore coraggioso che, minacciato di morte dalla mafia, in quei giorni era stato infangato dai giornali del miliardario incontinente. Come si chiamava quel giovane scrittore? Roberto Saviano. Curioso - si domanda il nipotino - forse è un omonimo di quell'altro vecchio, anche se un po' più giovane del nonno, che oggi è il capo dello Stato?
Ps. I bei sogni sono il migliore antidoto contro gli incubi.


* Giovanni Maria Bellu, Gli incubi e il sogno, L'Unità, sabato 20 Novembre 2010



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