Mi ricordo che quella mattina di dieci anni fa c'era il cielo velato. Il mio caro amico Francesco mi venne a prendere a casa che non erano ancora le otto. Andammo a bere un caffè al bar dell'università che aveva appena aperto. Fumai una sigaretta subito. Ricordo che la sera prima mi stava per cadere addosso l'armadio: il peso dei vestiti aveva distrutto l'asta che mantiene le stampelle. Arrivammo all'università che stava appena facendo giorno. La primavera ancora non era iniziata ma già a Roma si respirava l'aria mite dei pomeriggi di Maggio e si sentivano gli uccellini cinguettare. Avevo un abito blu scuro e non c'era stato bisogno di indossare il soprabito. Ricordo che più di un'ora dopo arrivarono tutti i miei amici e poi anche i parenti, i miei genitori e la mia ragazza di allora. Parlai solo pochi minuti col relatore della mia tesi, era calmissimo, vestito in maniera impeccabile e sicuro che sarebbe andato tutto bene. Andò alla grande. Fui il terzo su cinque. La discussione durò poco più di un quarto d'ora, il presidente si mostrava interessato e partecipe e alla fine mi fece pure una domanda facilissima, alla quale risposi col sorriso sulle labbra. Era giunta la fine di uno dei periodi più belli della mia vita. Di quel pomeriggio non ricordo molto. Ho impresso nella mente un'immagine su una scala della mia facoltà di fronte alla sala delle discussioni di laurea. Ci sono tutti i miei amici di allora e i miei genitori e i miei fratelli. Mi torna in mente quando siamo usciti dalla facoltà e ci siamo accomodati su un muretto che per anni aveva aspirato il fumo delle nostre sigarette del dopo pranzo prima di riprendere a studiare o a fare lezione nel pomeriggio. Quella è stata l'ultima volta che mi sono seduto lì. Ricordo ancora di quel pomeriggio una grande stanchezza dovuta più che altro alla tensione e al dover ricevere complimenti e auguri da tutti gli amici che erano venuti a salutarmi. Ricordo che andai a letto e la sera mi portarono in un locale anche se le immagini sono confuse: mi sovviene più che altro la sbronza con la quale tornai a casa distrutto finalmente a dormire. Quel pomeriggio ci fu un brutto episodio per le strade di Napoli. Ragazzi manifestanti fermati e sequestrati per ore dalla polizia. Cominciava un periodo caldo di scontri tra polizia e autonomi o no-global o ragazzi del movimento o black block come poi vennero tristemente battezzati dopo i fatti di Genova di quattro mesi dopo. Domani saranno 150 anni dall'Unità d'Italia ma a anche 10 da un giorno per me indimenticabile.
tremendieventi
mercoledì 16 marzo 2011
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