tremendieventi

martedì 25 gennaio 2011

Noè




Noè dimostra il doppio degli anni che ha. Noè ha una barba lunghissima di colore bianco sporco che all'altezza delle narici tende al marrone. Noè porta abiti sporchi e sgualciti che lo rendono un tipo molto elegante e affascinante. Noè ha sempre il sorriso sulle labbra e spesso cerca di attraversare la strada senza guardare se vengono delle macchine. Noè non chiede l'elemosina per strada, Noè entra in qualsiasi bar o pizzeria al taglio della mia zona e viene accolto con un sorriso dai proprietari e con una smorfia di ribrezzo dai clienti. Ma lui sembra non accorgersene,  entra gentile, prende ciò di cui ha bisogno ed esce sempre senza pagare. Noè ha le mani sporche e stringe tra l'indice e il medio il tizzone di una sigaretta che non è mai accesa. Ieri sera mentre tornavo a casa l'ho visto ad un incrocio, sulle strisce pedonali mentre attraversava la strada. Sembrava guidato da una forza superiore. I capelli lunghi e la barba lo facevano somigliare davvero al costruttore dell'arca che si incaricò di salvare tutte le specie del creato. Mentre lo incrociavo ho notato che i suoi occhi erano accesi, fuggenti, anche se leggermente velati. Ho provato a leggere cosa vi si nascondesse: rimpianti, matrimoni finiti, un lavoro andato male, un debito di gioco, una donna troppo esigente che gli aveva portato via l'anima, la ribellione che mal si concilia con una società che bada troppo alle apparenze, l'alcolismo, la fame, il freddo, il letto fatto di scatoloni di cartone, genitori troppo fissati, una società in cui il diverso è visto con sospetto, la difficoltà a rapportarsi con il resto del creato, la carezza di un gatto randagio e le mani dei passanti che corrono a turarsi il naso per non sentire il puzzo, l'ironia di stupidi ragazzi annoiati che pensano di potersi prendere burla di lui o che provano a incendiargli il suo letto di giornali. Avrei voluto fermarlo, chiedergli qualcosa, prendermi una gragnuola di insulti da lui, ma farlo sentire vivo e forse per una volta un po' meno invisibile. Ma mi sono girato e l'ho visto allontanarsi fischiettando un motivetto: "per stupire mezz'ora basta un libro di storia/io cercai d'imparare la Treccani a memoria/e dopo maiale Majakovskij malfatto/continuarono gli altri fino a leggermi matto". (F. De Andrè, Un matto - Dietro ogni scemo c'è un villlaggio)


Nessun commento: