tremendieventi

lunedì 28 giugno 2010

Stato canaglia



E' di pochi giorni fa l'audizione al senato del ministro dell'Interno Roberto Maroni. In quella sede il titolare del Viminale ha tracciato un quadro sconvolgente della capacità di penetrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto economico del nostro paese. E' come se esistessero due livelli di azione delle mafie: da un lato ci si concentra sul mercato finanziario attraverso operazione di riciclaggio portate avanti da colletti bianchi corrotti e stuoli di avvocati a servizio permanente delle famiglie, da un altro punto di vista, invece, si continua a presidiare il territorio con le attività tipiche del porta a porta mafioso, racket, spaccio e usura. Proprio nel caso dell'usura, oltre alle complicità del ssitema bancario, esiste un fiorente mercato legato ai privati e non alle attività economiche e tra le cause che sono alla base della maggiore richiesta di piccoli capitali da parte dei privati cittadini vi è l'affannosa, ossessiva, costante ricerca di vincite facili attraverso lotto, superenalotto, gratta e vinci e win for life. Da un lato quindi si ha uno Stato che, con enormi sacrifici di magistrati e poliziotti, tenta ogni giorno di porre fine al giogo esercitato dalle organizzazioni criminali a danno di fette enormi del sistema economico e sociale italiano, da un altro è sempre lo Stato, attraverso la tassa sui poveri, a incentivare l'indebitamento familiare e quindi la costante dipendenza dagli unici istituti di credito che hanno il denaro facile e non chiedono particolari garanzie. Si garantisce direttamente con la vita propria e dei propri familiari. Faccio una vita di quartiere abbastanza costate, quindi mi capita spesso nell'arco di una giornata di entrare nei bar che sorgono intorno a casa mia. Quasi sempre ti ritrovi il gestore intento a cambiare i soldi in monete per permettere al famelico cliente di schiacciare con avidità i tastini del videopoker, oppure ti ritrovi file oceaniche di attesa per poter finalmente giocare il tagliando arancione del superenalotto o potersi accaparrare i coloratissimi gratta e vinci che danno premi da pochi euro fino al mezzo milione. Da un rapido sguardo ti accorgi subito che è gente che non si può permettere di spendere soldi in divertimenti di alcun tipo. Si tratta per lo più di gente che ha perso il lavoro, sia italiani che migranti, o di pensionati in evidente stato di indigenza. E' come se si giocassero la "resta" o come si dice adesso l'"all in". E' come se scommettessero le loro ultime forze in una sorta di o la va o la spacca , anche se sanno in cuor loro che quasi sempre la spacca. Questo fenomeno si intensifica in occasione degli aumenti del jackpot del superenalotto, quando persino in televisione fanno la pubblicità invitando tutti a cambiare vita indovinando la combinazione magica. Molto spesso si tratta di centinaia di milioni di euro, quindi il premio per il rischio è elevatissimo, anche se da un punto di vista statistico il gioco è assolutamente iniquo, uno su seicentomilioni di probabilità di vittoria contro qualche milione di premio, la gente non capisce queste formule astruse e continua a farsi derubare della Stato. Purtroppo poi va a finire che, dopo esserti giocato la resta, ci sono da pagare le bollette, le vacanze per la moglie che non sa del tuo azzardo, i figli che non hanno colpe e che vogliono le scarpe da 200 euro di cui hanno appena visto la pubblicità in TV e sono uguali a quelle del loro compagno di banco. Ecco che qui inizia una spirale perversa che impoverisce il tessuto economico delle famiglie e ingrassa la Mafia S.p.a, che ringrazia lo Stato che crea ogni giorno nuovi clienti ai propri istituti di credito.  


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