tremendieventi

venerdì 23 aprile 2010

Snatch



Ascolto in TV e leggo sui maggiori siti italiani di uno strappo che si è consumato ieri pomeriggio intorno alle 17. Lo scenario: un auditorium della capitale, pieno zeppo di politici, ma anche di telecamere dei principali TG nazionali e di sguardi attoniti di reporter all'uopo convenuti. Leggo anche di squarci che affliggono la capitale del mio Paese, squarci stradali, che hanno causato nel 2008, la fredda cronaca, 190 morti 24mila feriti per 18.181 incidenti! Corbezzoli! Minchia! La si metta come  si vuole, ma ogni giorno la capitale appare come un vero campo minato a chi come me, a bordo di due ruote, percorre decine di chilometri. E alla fine scopri che questa situazione dipende dalle imprese che si occupano di manutenzione stradale che, alla ricerca di maggiori guadagni, risparmiano sui tempi di lavoro e sui materiali impiegati.  Leggo infine di un altro strappo che sarebbe avvenuto tra le mura domestiche di un fotografo - imprenditore - testimonial - indagato e condannato in primo grado per estorsione. Pare che lo strappo riguardi non solo la metafora utilizzata per descrivere alle fameliche penne di un settimanale di proprietà della figlia del Primo Ministro la fine di un amore, ma anche i danni veri e propri che la bella fanciulla avrebbe provocato agli arredamenti dell'abitazione dell'ormai ex compagno. Le redazioni dei principali giornali e dei programmi di intrattenimento pomeridiani feriali e domenicali, gli addetti stampa di tutte le reti televisive nazionali, i responsabili dei principali programmi di  "infotainment" (come si chiamano adesso) sono già in fibrillazione per accaparrarsi i migliori commentatori di gossip. Le riviste patinate che una volta erano dei parrucchieri ma oggi dettano l'agenda politica nazionale stanno già riscaldando le rotative. Ops dimenticavo. I protagonisti del primo episodio citato, quelli dell'auditorium della capitale, dei principali TG e dei reporter di tutti i giornali erano il Primo Ministro e il presidente della Camera. Si ma...nientedichè. "La situazione è grave ma non è seria" (E. Flaiano).


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