tremendieventi

martedì 21 dicembre 2010

Grazie Maurizio



Alla fine una delle cose che più ricorderemo di questi assurdi anni è proprio la parabola politico-mediatica del senatore, ex parlamentare, ex ministro delle telecomunicazioni ex qualcos'altro Maurizio Gasparri. Non c'è trasmissione, non c'è comico di destra o di sinistra, disegnatore, vignettista, editorialista di qualsiasi testata che non lo consideri almeno un po' inadeguato al ruolo, di qualsiasi ruolo si tratti. E pure lui se ne sta lì con quell'espressione un po' basita, il sorriso appena accennato sul viso, lo sguardo perso e la faccia di chi sta per dirti: "vi piacerebbe che io me ne andassi, eh? E invece sono ancora qui!". E sì, perchè nonostante tutto lui è ancora qui. Spesso anche nei dibattiti, i suoi interlocutori fanno fatica a stargli dietro e a prenderlo sul serio, mentre i conduttori se lo consentono, sapendo il sicuro appeal che genera sulle masse, sempre alla ricerca di un po' di svago dopo una intensa giornata di lavoro. Ex MSI, ex An, romano e romanista, dice di aver iniziato la sua carriera politica nelle file della destra perchè ai tempi in cui andava a scuola erano tutti di sinistra, mentre a lui piaceva stare fuori dal coro. In realtà quest'ultima abitudine non l'ha mai persa. E' così fuori dal coro che spesso anche suoi colleghi di partito non riescono a comprendere il senso e la tempistica di certe uscite quantomeno temerarie. Anche grazie al principale telegiornale italiano, è diventato ormai un esternatore professionista. Parla in qualsiasi giorno della settimana, "domenica e festivi compresi" (come prometteva negli anni Ottanta il testimonial di un famoso mobilificio brianzolo sponsor delle prime televisioni commerciali), dice la sua su qualsiasi argomento, dalla televisione, a proposito la legge sul riordino del sistema radiotelevisivo porta il suo nome, alle alleanze politiche, dalle elezioni anticipate all'ordine pubblico. In questo modo è corteggiatissimo dai cronisti politici che sanno che con una dichiarazione possono fare un titolo d'aperutra e almeno mezza pagina di quotidiano o quattro-cinque minuti di telegiornale. Ad esempio l'altro giorno tutti erano già pronti ad archiviare una giornata noiosa sul piano mediatico: c'era l'Italia bloccata dal maltempo e dallo scaricabarile sulle responsabilità dei disagi causati dalla neve, la solita montagna di rifiuti a Napoli, gli scialbi tenativi di acquistare questo o quell'altro parlamentare a prezzi ormai da liquidazione. All'ora di pranzo questo estemporaneo personaggio infiamma le agenzie: per evitare nuovi scontri di piazza dopo il martedì nero della settimana scorsa sarebbe opportuno procedere ad arresti preventivi all'interno dei gruppi antagonisti, tanto le forze dell'ordine sanno bene chi sono questi potenziali guerriglieri. Driiiiiiiin, sveglia, c'è da fare il titolo, c'è da raccogliere le dichiarazioni di Di Pietro, del capo della polizia, da sottolineare l'indignazione di Bersani, e poi la smentita di Maroni e le precisazioni di Cicchitto. Immagino il sospiro di sollievo dei direttori nelle redazioni di quotidiani e telegiornali. Pericolo scampato, anche oggi siamo riusciti a chiudere il giornale. Grazie Maurizio.


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