E' in discussione presso la Camera dei Deputati un disegno di legge di iniziativa governativa che ha per oggetto le limitazioni all'uso delle intercettazioni sia da parte della magistratura sia da parte della stampa. E' inutile soffermarsi sulla bontà o meno di un provvedimento i cui effetti immediati sarebbero da una parte un evidente intralcio all'attività della magistratura inquirente, soprattutto nella misura in cui si impedisce di prolungare oltre i 75 giorni le intercettazioni salvo proroghe di 3 giorni motivate e approvate da un collegio di 3 giudici oppure l'impossibilità di procedere ad una richiesta di intercettazione ambientale tramite cimici se non si ha la sicurezza che in quel preciso luogo e in quel preciso istante si stia commettendo un reato, oppure i reati che non rientrerebbero tra quelli i cui indagati sono intercettabili, tra cui molti tra i reati connessi all'associazione mafiosa, tipo il riciclaggio di danaro o l'estorsione. Oppure sul lato della stampa l'impossibilità di riportare qualsiasi tipo di intercettazione fino al giudizio dell'indagine preliminare, ma anche di qualsiasi atto, ancorchè pubblico, fino alla fine dell'udienza preliminare e in caso di violazione della norma multe molto salate agli editori e anche ai giornalisti. Insomma un bordello di proporzioni mostruose, che ha il chiaro obiettivo di porre una serie infinita di ostacoli a chiunque voglia iniziare un'indagine o anche una semplice inchiesta giornalistica. Il fatto è che per oggi la federazione nazionale della stampa ha dichiarato una giornata di sciopero e quindi niente Tg, niente carta stampata, niente internet, niente di niente e allora mi viene da pensare a quei paesi che ancora oggi hanno problemi con la libertà di stampa. A quei milioni di individui nelle diverse parti del pianeta che ogni giorno si possono informare solo leggendo comunicati governativi, giornali di propaganda e affini. Agli attivisti di diritti umani, reporters indipendenti e giornalisti che lottano per far sentire la loro voce al di fuori dei confini geografici della loro terra, che attraverso la rete, spesso rischiando in prima persona, aprono squarci nel muro oscuro del silenzio costruito da regimi oppressivi, troppo convinti che se i loro cittadini potessero informarsi e informare chi sta al di fuori, il loro tempo sarebbe scaduto. Ecco oggi per me è una brutta giornata perchè non posso informarmi, ma dedico questa preghiera laica a chi lotta ogni giorno per conoscere e farsi sentire.
tremendieventi
venerdì 9 luglio 2010
Ad Anna, ad Aung, a Yoani, a Ilaria e Maria Grazia.
E' in discussione presso la Camera dei Deputati un disegno di legge di iniziativa governativa che ha per oggetto le limitazioni all'uso delle intercettazioni sia da parte della magistratura sia da parte della stampa. E' inutile soffermarsi sulla bontà o meno di un provvedimento i cui effetti immediati sarebbero da una parte un evidente intralcio all'attività della magistratura inquirente, soprattutto nella misura in cui si impedisce di prolungare oltre i 75 giorni le intercettazioni salvo proroghe di 3 giorni motivate e approvate da un collegio di 3 giudici oppure l'impossibilità di procedere ad una richiesta di intercettazione ambientale tramite cimici se non si ha la sicurezza che in quel preciso luogo e in quel preciso istante si stia commettendo un reato, oppure i reati che non rientrerebbero tra quelli i cui indagati sono intercettabili, tra cui molti tra i reati connessi all'associazione mafiosa, tipo il riciclaggio di danaro o l'estorsione. Oppure sul lato della stampa l'impossibilità di riportare qualsiasi tipo di intercettazione fino al giudizio dell'indagine preliminare, ma anche di qualsiasi atto, ancorchè pubblico, fino alla fine dell'udienza preliminare e in caso di violazione della norma multe molto salate agli editori e anche ai giornalisti. Insomma un bordello di proporzioni mostruose, che ha il chiaro obiettivo di porre una serie infinita di ostacoli a chiunque voglia iniziare un'indagine o anche una semplice inchiesta giornalistica. Il fatto è che per oggi la federazione nazionale della stampa ha dichiarato una giornata di sciopero e quindi niente Tg, niente carta stampata, niente internet, niente di niente e allora mi viene da pensare a quei paesi che ancora oggi hanno problemi con la libertà di stampa. A quei milioni di individui nelle diverse parti del pianeta che ogni giorno si possono informare solo leggendo comunicati governativi, giornali di propaganda e affini. Agli attivisti di diritti umani, reporters indipendenti e giornalisti che lottano per far sentire la loro voce al di fuori dei confini geografici della loro terra, che attraverso la rete, spesso rischiando in prima persona, aprono squarci nel muro oscuro del silenzio costruito da regimi oppressivi, troppo convinti che se i loro cittadini potessero informarsi e informare chi sta al di fuori, il loro tempo sarebbe scaduto. Ecco oggi per me è una brutta giornata perchè non posso informarmi, ma dedico questa preghiera laica a chi lotta ogni giorno per conoscere e farsi sentire.
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