tremendieventi

mercoledì 26 maggio 2010

E non si dica che non avevano previsto tutto



Alla fine non potevano farne a meno. Per due anni ci hanno coccolato dicendoci che noi eravamo i più bravi, che il nostro sistema bancario era il più virtuoso del mondo, che il nostro debito privato era nettamente inferiore a quello degli altri paesi sviluppati, che i nostri conti erano in ordine, anzi, per usare un'espressione tanto cara ai nostri governanti erano "in sicurezza", che dovevamo essere ottimisti...Insomma dopo due anni di chiacchiere e balle, finalmente ci siamo accorti della crisi. Per riportarli alla realtà non sono bastate le immagini degli operai sul tetto, di quelli che si sono rinchiusi in un'isola dove una volta c'era un super carcere, di quelli che manifestano quasi ogni giorno davanti a palazzo Chigi, degli imprenditori del Veneto che si sono dati fuoco pur di non dichiarare fallimento, della povera Mariarca Terracciano che si è fatta prelevare il sangue perché da diversi mesi non le pagavano lo stipendio. Non sono bastate a svegliare questo Governo dal suo torpore autoreferenziale. Ci sono volute le immagini degli scontri sociali della vicina Grecia, con incendi e purtroppo morti nelle strade della protesta, la riluttanza della Germania a deliberare aiuti per scongiurare il fallimento dello stato ellenico, il Consiglio Europeo che ha imposto sacrifici a tutti i paesi che ancora navigano con un debito gigantesco, la speculazione finanziaria che, cogliendo il momento di debolezza politica dell'Europa, ha posto sotto attacco la moneta unica riportandola ai livelli del 2004 nel cambio contro il dollaro, la quasi sicurezza che se non si fosse intervenuto, il rischio Spagna, Grecia, Irlanda...il rischio - Italia per capirci non sarebbe stato solo più un buon argomento giornalistico, ma ci avrebbe messo di fronte alla più grande depressione dal secondo dopoguerra. C'è voluto tutto questo ma alla fine forse ce l'hanno fatta a capire che non servono a niente i bei proclami e gli inviti all'ottimismo quando le casse sono vuote e il destino del tuo Paese non dipende più solo dalle tue mosse. Ci hanno provato fino alla fine a dire che no, non tutto è perduto, ancora è possibile un rilancio, la situazione internazionale potrebbe modificarsi, la crisi è alle nostre spalle. Balle. Mi sia perdonata la rima. Ieri sera il consiglio dei Ministri ha approvato il documento che di fatto dà vita alla finanziaria di correzione 2010 e 2011. Trentasei miliardi totali. Dodici strutturali e dodici rispettivamente quest'anno e poi quello successivo. I contorni sono ancora tutti da definire ma si parla di pesanti tagli agli enti locali, qualche sforbiciata alle spese dello Stato, il blocco del rinnovo dei contratti nella Pubblica Amministrazione e la lotta all'evasione fiscale. E in questo caso la misura ha dell'incredibile. Dopo che per due anni tutti gli esponenti della maggioranza sono andati in giro a condannare quanto stabilito dal precedente Governo che, al fine di avere un quadro più esaustivo delle transazioni finanziarie e quindi iniziare a scongiurare una massiccia evasione fiscale, aveva imposto la tracciabilità dei pagamenti superiori a 5 mila euro, adesso tutti riscoprono che si erano sbagliati e che quella misura non è vessatoria, non è un ostacolo alla libera circolazione della merce, non è una misura da Stato di polizia, ma una giusta ed equa misura di lotta all'evasione fiscale. Peccato che tanto non se ne ricordi nessuno e che anche stavolta saranno bravi a ricordarci che loro lo avevano detto da sempre e che la solita sinistra disfattista ancora una volta rema contro e non è disposta ai sacrifici. Anche stavolta ci diranno che non si tratta di tagli e sacrifici, ma di misure per incentivare lo sviluppo economico e intraprendere un percorso virtuoso di crescita. Speriamo solo che la gente continui ad avere fiducia in loro, perché saranno momenti davvero difficili.


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