tremendieventi

mercoledì 19 maggio 2010

Ombrelli e tinelli



C'era da continuare la storia interrotta venerdì scorso. E sì perchè, oltre agli addebiti penali e alle cattive condotte, in questi ultimi tempi c'è la sensazione che la gente non ce la faccia più a sopportare di essere presa in giro da politici, palazzinari, morti di fama che la sera prima vanno in TV a spiegarci i perchè e i percome della crisi che sta investendo l'intera Europa e il giorno dopo sono sorpresi mentre si leccano le dita sporche della marmellata (o meglio della gelatina) nella quale si sono invischiati. Non passa giorno che i giornali non ci restituiscano immagini di un declino etico di tutti coloro che devono amministrare i soldi dei cittadini. Il problema più grave è che la gente sente queste vicende come ancora più gravi perchè toccano la quotidianità di ognuno di noi: la casa, la ditta di ristrutturazioni, il mutuo che si concede in un batter d'occhio, il centro massaggi che diventa un'alcova, la gente che sorride sotto le calde lenzuola mentre pensa ai soldi che verranno dalla ristrutturazione di un territorio appena colpito da un terremoto. Il tutto, non va dimenticato, è peggiorato dagli effetti che la crisi fa sentire in maniera sempre maggiore nella vita di tutti. L'elenco dei disagi e dei segnali negativi sarebbe così lungo che è meglio non farlo. Forse è più opportuno concentrarsi sul fatto che ormai quasi venti anni fa un'intera classe politica fu cacciata via proprio perché aveva abusato oltremodo della pazienza ma soprattutto del danaro dei cittadini. E proprio in quei tragici mesi il nostro paese attraversava una delle crisi più profonde dalla fine della seconda guerra mondiale, essendo peraltro sotto attacco della speculazione internazionale e dovendo intervenire in maniera massiccia per evitare il default dei conti pubblici. Forse però c'è qualcosa di diverso nelle vicende odierne rispetto a quelle del novantadue e non è solo il fatto che allora la corruzione serviva a finanziare i partiti mentre oggi si rubacchia un pezzo di pane in ordine sparso e ognuno nel proprio interesse. Forse la vera differenza è che, mentre allora, anche sotto l'impulso degli eventi tumultuosi che avevano spinto varie popolazioni dell'Europa Orientale a ribellarsi alle dittature di influenza sovietica, esisteva nella popolazione italiana un moto di indignazione che aveva una caratterizzazione anche ideologica, morale appunto. Oggi invece la mia impressione è che la gente più che provare disgusto per quanto accade, sia morsa dall'nvidia per non potersi accomodare alla grande tavola imbandita. Ci spiace restare lì, nel tinello, a sperare di rosicchiare le poche briciole raccolte nella pattumiera una volta finito il grande banchetto.


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