Mi fa quasi tenerezza perchè mi sembra un bambino. Ogni tanto lo beccano con le mani nella marmellata e lui continua ad avere la stessa faccia da ragazzino un po' cretino, di quelli che credono di saperla più lunga degli altri perchè in realtà degli altri non riescono a cogliere la scaltrezza. Eppure non si parla di uno sprovveduto, o almeno non dovrebbe esserlo. Si parla di un signore che, nell'arco di oltre trenta anni, ha attraversato la politica italiana, prima come erede di una famiglia molto potente di democristiani liguri, poi come coordinatore del più grande partito italiano e poi ben quattro volte come ministro. La prima volta lo beccarono per una frase dal sen fuggita, oggi perché, sai com'è, tiene famiglia e per acquistare un appartamento alla figlia avrebbe ricevuto novecentomila euro in nero da un imprenditore che si occupa di grandi eventi e restauri per conto del governo del quale il nostro faceva parte fino a pochi attimi fa. E dire che le scelte politiche di questo corpulento omaccione dell'ancien régime non sono mai state un granchè. Il nostro era ministro durante il G8 del 2001 a Genova, città scelta proprio per gratificare la sua figura di responsabile dell'Interno. E proprio in quell'occasione non si distinse nè per lungimiranza politica nè per capacità organizzativa: la magistratura ancora oggi indaga sull'operato di funzionari di polizia di altissimo livello. Ma in generale la gestione dell'evento fu dilettantistica, e nonostante tutto, rimase al suo posto. Fu costretto alle dimissioni l'anno successivo per un'irripetibile frase su un servitore dello Stato ammazzato dalle B.R. Non pago ci riprova in seguito prima con incarichi all'attuazione del programma (classico esempio di cadreghificio stile seconda Repubblica) e poi ai rapporti col Parlamento. Nel 2008, infine, il Primo Ministro gli affida la delega alle Attività Produttive. In questa veste assiste da spettatore puro alle varie crisi aziendali che si susseguono dal settembre 2008 fino ad oggi non prendendo assolutamente uno, che fosse uno, provvedimento degno di nota. Si ricordano forse solo le voci circa l'esistenza di sette-otto (ma sì abbondiamo, facciamo dieci-quindici) progetti e altrettanti fantomatici magnati-benefattori-imprenditori pronti a investire cifre stratosferiche per la riconversione del polo automobilistico di Termini Imerese all'indomani dell'annuncio della cessazione nel 2011 della produzione in quello stabilimento da parte della Fiat. Negli ultimi mesi si era speso con tutte le sue forze per il ritorno dell'Italia nella produzione dell'energia nucleare. Al solito, aveva annunciato a favore di telecamere il ritorno dell'Italia fra le grandi del pianeta, la fine della dipendenza energetica, l'inizio di un'era di benessere diffuso per la Penisola, salvo poi, causa imminenti elezioni, mantenere segreta la lista dei siti per le costruende centrali, già concordata con l'Enel. Oggi probabilmente per lui si aprono le porte di un importante incarico di partito, per il Governo l'avventura sembra, almeno per il momento, sospesa. Non lo rimpiangerò.
tremendieventi
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