Leggo dai giornali che pochi minuti fa è morto, dopo un mese di coma, il tassista di Milano che aveva investito e ucciso un cagnolino e per questo era stato trascinato fuori dall'auto e picchiato selvaggiamente. In questi momenti mi vengono in mente i famigliari che forse già da un pezzo avevano perso le speranze di rivedere in piedi il loro congiunto, ma che si porteranno dentro tutta la vita il senso di ingiustizia per una morte così futile e così brutale. Questo flash di agenzia mi ha fatto affiorare un ricordo del mio passato che in certi momenti riemerge nella mia mente. E' come se ogni tanto il mare restituisse alle rive i relitti di una nave naufragata o il corpo esangue di un pescatore che, dopo essersi dibattuto invano tra le onde, viene trascinato a riva, stremato e privo di vita, da correnti pietose. Era una sera molto buia e ricordo che in quel periodo lavoravo in centro. Aveva cominciato a piovere da qualche ora e quando mi sono messo sul motorino sembrava non avere nessuna intenzione di smettere. Ricordo che andavo un po' di fretta perchè una mia amica mi aveva invitato alla sua festa di compleanno. Non avevo molto tempo. Dovevo tornare a casa, fare una bella doccia per torgliermi di dosso tutta l'acqua che mi stavo prendendo e provare ad arrivare in tempo al locale coi mezzi pubblici. Mi ricordo che mi misi sulla punta del sellino, con la faccia dietro il parabrezza per cercare di ripararmi il più possibile dalla pioggia. Il fatto è che le gocce che si formano sul parabrezza non ti permettono di vedere bene e sgranano tutte le immagini. Stavo percorrendo una strada particolarmete stretta e buia, con a terra i sampietrini. I centauri abituati a muoversi sotto la pioggia per le strade della capitale sanno di cosa parlo. Una lunga striscia viscida e molto scivolosa, peggiorata dalle foglie secche cadute dagli alberi e dalla vernice delle strisce pedonali e della segnaletica orizzontale. Proprio mentre attraverso una striscia pedonale sento un colpo sordo. In un attimo mi trovo sbalzato dal sellino, perdo l'equilibrio e prima di rendermene conto mi ritrovo con le ginocchia a terra e con le gambe completamente fradicie. Un attimo dopo ti vedo un uomo col suo cane che sembra non essersi accorto di niente. Ho preso il cane. Fortunatamente solo di striscio. Subito capisco perchè non li ho visti: sono completamente neri sia il cane che il padrone, sembrano un fumetto e nell'oscurità di una sera da lupi non mi sono affatto accorto della loro presenza. Dopo esserci assicurati che il cane sta bene, ce ne andiamo ognuno per la sua strada. Non ho mai capito se fossero veri o solo un avvertimento. Fatto sta che ogni volta che scende la pioggia la mia attenzione raddoppia, la leva del tachimetro resta bassa e cerco di avere sempre una visuale chiara della strada e di chi la frequenta.
tremendieventi
giovedì 11 novembre 2010
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