Mi hanno portato qui stamattina alle 9, adesso sono le 12 e non si vede l'ombra di un medico. Dicono che il dottore non è rrintracciabile. E pure mi hanno dimesso solo 15 giorni fa, che ci sono tornato a fare? Il medico mi disse di farmi vedere per un controllo di routine e oggi mio figlio, il più grande, mi ha portato in quest'ospedale. Ricordo una volta quando aveva undici anni. Mia moglie era andate a fare un viaggio a Lourdes con la sorella e la madre. Io avevo preferito restare a casa. Coi preti e le madonne non ci sono mai andato troppo d'accordo e poi avevo la scusa dei rgazzi, non ci potevamo allontanare tutti. Quel pomeriggio ricodo che c'era un sole intenso, quasi arancione, quando mi si avvicinò Nino tutto bianco in viso. Non riusciva a parlare e si contorceva dal dolore allo stomaco. Mi misi in macchina e feci una corsa all'ospedale che era a 30km da casa. Venni a sapere poi che aveva mangiato quasi due chili di prugne e s'era preso una bella indigestione. Ricordo che restai a vegliarlo tutta la notte. Ricordo l'adagiarsi delle ciglia sugli occhi mentre gli mettevano la flebo. NOn disse una parola, era troppo spaventato e sentiva di averla fatta grossa. Ricordo la bava alla bocca mentre la notte dormiva e io stavo lì a osservarlo e a pensare che pollo che era stato. Speravo che quella nottataccia gli servisse almeno per esperienza. Sono passati quasi cinquant'anni da allora e adesso sono io ad aver bisogno di lui. Non riesco proprio a muovermi da quando mi sono rotto il femore due anni fa. L'ospeoporosi poi spesso mi fa fratturare altri arti, così come è successo con il polso due settimane fa. Non è bello questo ospedale, anche se le persone che passano sono tutte allegre e sorridenti. C'è una suora che mi gira intorno da dieci minuti con la speranza che le chieda qualcosa, ma piuttosto ci crepo sopra questo divaneto, ma non le darò mai la soddisfazione di rendersi utile. Mio figlio è sparito da tre ore. Mi ha detto che doveva scappare al lavoro e qui il medico non si fa vedere. Devo andare in bagno, devo farmi aiutare, non ce la faccio da solo e non mi perdonerei mai di chiedere aiuto alla suora. Accanto a me è seduto un ragazzo. Avrà sui trent'anni e parla animatamente con la ragazza che deve fare una gastroscopia e per questo è molto nervosa e vuole essere consolata. Richiamo la sua attenzione e gli chiedo di avvicinarsi a me. Gli spiego che ho bisogno d'aiuto e la mia antipatia per la suora e d'improvviso gli si illuminano gli occhi: tombola! Anche lui cova un malcelato fastidio per questa specie di generose a comando. In meno che non si dica mi aiuta a tirarmi su e mi accompagna al bagno. Aspetta fuori dalla porta e mi riaccompagna al mio posto. Perfetto. Adesso posso stare qui tutta la giornata e, come se non bastasse, la suora, rossa per la rabbia, si è allontanata per l'onta dell'aiuto rifiutato. Grazie ragazzo, mi hai aiutato a sentirmi un po' meno dipendente dal pietismo di maniera di chi è costretto suo malgrado a fare del bene. Che il tuo dio ti benedica.
tremendieventi
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