tremendieventi

martedì 20 luglio 2010

Drowning in data, starving for knowledge

L'immagine è tratta da http://projects.washingtonpost.com/top-secret-america/articles/national-security-inc/


A 38 anni di distanza dal watergate, il Washington Post ha piazzato un'altra mirabile inchiesta che mette in luce le contraddizioni delle politiche di spesa del governo americano. Dana Priest e William Arkin hanno dato vita ad un'inchiesta multimediale che, a fianco della parola scritta, si serve di supporti tecnologici, mappe e grafici interattivi per evidenziare come dall'11 settembre del 2001 la lotta al terrorismo sia diventata una delle più grandi industrie degli Stati Uniti. Stando a quanto emerge dai dati in loro possesso si tratta di un business che impiega quasi un milione di persone e di cui è difficile stabilire i costi, le società esterne coinvolte e gli effettivi benefici per la sicurezza degli Stati Uniti. A distanza di dieci anni dall'inizio della lotta al terrorismo cominciano ad emergere con chiarezza i motivi che hanno spinto l'amministrazione Bush ad alzare il livello della paura nella società statunitense: una gigantesca manovra finanziaria che ha gonfiato a dismisura il bilancio del dipartimento della difesa e delle centinaia di agenzie governative coinvolte nella gestione della sicurezza al solo fine di arricchire migliaia di contractors che nel corso del tempo hanno approfittato di commesse pari a circa 500 miliardi di $ nei soli primi quattro anni dopo l'11 Settembre. Senza pensare che poi, alla fine, vi è insito un problema di conflitto di interesse che è ancora più pericoloso nel caso di difesa nazionale: le società private si muovono per fare soldi e se il nostro nemico ne offre di più, esse passano dall'altra parte della barricata portando con sè informazioni top secret. Il tutto viene fuori proprio mentre gli U.S.A. stanno lentamente riprendendosi dalla crisi economica del 2008 che ha fatto lievitare il debito governativo a livelli mai conosciuti in passato. Ma le domande più impressionante alle quali persino il segretario alla difesa Gates non è stato in grado di rispondere sono: a cosa sono serviti tutti questi soldi? A cosa serve avere questo enorme bagaglio di informazioni se poi sotto natale un distinto signore a bordo di un SUV rischia di far saltare in aria migliaia di persone in giro per lo shopping natalizio a Times Square? A cosa serve intercettare milioni e milioni di e-mail, telefonate, sms e conversazioni private se poi non si è nemmeno in grado di leggerle, se poi chi deve prendere delle decisioni deve prima leggere migliaia di report che giungono sulla sua scrivania dalle mille agenzie di intelligence?


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